sabato 9 febbraio 2008

Pitagora noachide

Pitagora, con re Numa, è uno dei maestri spirituali della Libera Muratoria. Lo è sia in quanto proto-cultore della filosofia (e assertore delle basi amicali, o fraterne, della stessa), sia perché iniziatore di una via spirituale in cui la geometria - come nella via massonica - diviene codice sacro. Ma Pitagora entra pure nel patrimonio numinoso della Libera Muratoria per il suo culto della giustizia, che ne fa un anello della catena noachide. Egli studiò i moti planetari, udì e ascoltò la musica delle sfere e praticò l'armonia musicale come tecnica di assestamento del "corpo sottile" dei discepoli.
Stabilitosi a Crotone probabilmente nel 532 a.C. (corrispondente nell'antico calendario greco alla 62.a Olimpiade), nei suoi primi discorsi ai giovani - secondo la notizia giamblichea - li incitò a coltivare il pensiero

"Quale assurdità, mentre si considera il pensiero la realtà più importante
e col suo aiuto si giudica tutto il resto, non volere spendere né tempo né
fatica per esercitarlo... L'educazione dello spirito, come gli uomini onesti,
resta fedele fino alla morte, e anche dopo la morte apporta gloria immortale".

Nel celebre discorso al Consiglio dei Mille, l'assemblea rappresentativa della città, Pitagora, che era devoto ad Apollo, deità della Luce, affermò:

"Vi consacrerete, più che a ogni altra cosa, al culto della giustizia...
Colui che non compie il suo dovere sia considerato ingiusto nei confronti dell'intero universo...
Per quanto riguarda la donna compagna della vita, considerate che, mentre gli accordi con gli estranei sono conservati nelle tavolette e nelle colonne, quelli stabiliti con esse sono conservate nei figli. Cercate di farvi amare dai vostri figli non per il vincolo del sangue, ma per azioni di consapevole scelta...
La gente non commetta ingiustizie solo temendo la punizione della legge, ma sia indotta alla giustizia per rispetto alla vostra onestà di vita... e per il rispetto dovuto a se stessi"


Dunque chi viola il dovere, che non coincide necessariamente con le convenzioni sociali vigenti, spesso inique e vessatorie, ma piuttosto costituisce la rappresentazione interna della Legge di Dio, pone un paradigma negativo: il suo comportamento potrà contagiare il cerchio delle persone che gli stanno vicine e danneggiare altri, attivando in tal mondo un'onda d'urto capace, virtualmente, di colpire il pianeta. E' l'equilibrio microcosmico a spezzarsi, e per legge d'analogia il macrocosmo, ancorché sottilmente, come in forma d'eco, ne risentirà, allo stesso modo in cui le perturbazioni cosmiche - ad esempio le tempeste solari o le eclissi - hanno effetti sulla vita mentale degli uomini. Deviare dall'intima Legge equivale a imitare un asteroide impazzito.
Ma la cifra noachide in Pitagora si rileva anche considerando il suo rapporto con il mondo animale. Egli, giungendo in Italia, ammansì l'orsa che terrorizzava le popolazioni della Daunia; durante uno dei suoi discorsi edificanti, un'aquila volò spontaneamente su di lui, che dopo averla accarezzata la lanciò in volo. I Maestri Noachidi sanno che la convocazione dei viventi sulla tebah presume il ritrovamento della parola perduta che consente all'uomo di comunicare con il creato. Pitagora era un portatore di quel linguaggio, alla padronanza del quale aspirano i Maestri Noachidi


Michele Moramarco
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