lunedì 14 gennaio 2008

L'arcobaleno, Dio e gli Amesha Spenta

L'ottimo sito http://www.zarathushtra.com/ ospita un saggio sul "Buon Imperio" scritto dal sacerdote-capo della comunità zoroastriana di Chicago, Kersey Antia. Per i Maestri Noachidi esso è di grande interesse, in quanto Antia interpreta l'arcobaleno come simbolo della Divinità stessa, entità unica e nel contempo plurale (secondo quella forma perfezionata del monoteismo che è l'enoteismo). Parlando degli Amesha Spenta (Asha/Verità- Bahman/Buon Pensiero- Armaiti/Dedizione, Shahrevar/Buon Imperio, Khordad/Salute, Amardad/Immortalità), che nella tradizione zoroastriana sono sia entità emanate da Ohrmazd (il Saggio Signore, Dio), quanto personificazioni di Sue qualità, Antia scrive:

"I sette Amesha Spenta sono come i sette colori dell'arcobaleno - possono essere separati, ma sono parte di uno stesso fenomeno. Come i colori dell'arcobaleno, se li fondete essi formano una sola entità - luce bianca - spenta mainyu, che può rappresentare la divina essenza di tutti i sette Amesha Spenta....Per Zarathushtra vedere e realizzare Dio equivale a vederlo e realizzarlo nella Sua bella gloria simile all'arcobaleno, poiché nessun singolo attributo può compiutamente descriverLo".

Sette colori, miriadi di goccioline (come miriadi sono i fravahr, gli incontaminati modelli divini di ogni creatura): nell'arco tra le nubi (come lo chiama il libro della Genesi ) il mistero del'Unità molteplice si riflette e si manifesta. Ogni volta che ne appare uno, il Maestro Noachide si rivolge a Dio cantando i versetti dell'Inno celeste

Michele Moramarco

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